Le tonalità della gemma vanno dal blu cielo all’azzurro chiaro, fino al blu genziana. Gli zaffiri più pregiati che si trovano in vendita hanno colore blu fiordaliso, senza giungere tuttavia a tonalità troppo scure. Ogni riflesso di nero, grigio o verde diminuisce il valore della gemma.
CURIOSITA’
Una fiaba persiana racconta che i figli del re di Serendip (Sri Lanka) furono mandati in viaggio per sperimentare la realtà del mondo. Per caso e per sagacia i tre giovani principi scoprirono cose meravigliose, senza averle cercate. Tra queste meraviglie era una miniera di zaffiri. L’apologo sta all’origine del concetto inglese di serendipity, ossia la fortuna strepitosa nel trovare inaspettatamente cose di valore mentre si sta volgendo l’attenzione a tutt’altro. Da sempre l’Occidente conobbe Serendip come la fonte mineraria di zaffiri più importante al mondo.
Gli zaffiri appartengono alla varietà dei corindóni, che si trovano in un’infinita gemma di colori. Quelli di colorazione rossa sono rubini. Solitamente chi pensa allo zaffiro lo immagina blu, ma vi sono zaffiri incolore, zaffiri rosa, arancioni, verdi, dorati, gialli, viola o neri. La differenza con le altre varietà di corindóne sta nel contenuto d’ossido colorante. Lo zaffiro blu è una varietà di corindóne con un’elevata percentuale d’alluminio puro, oltre il 90%, unito ad ossido di ferro, ossido di titanio e ossido di cobalto.
Lo zaffiro ha una durezza uguale a quella del rubino (9 nella scala Mohs), ma non ha un piano di spaccatura e non si può sezionare con un solo taglio come il diamante. Manifesta un cambio di colore se si ruota la pietra sotto fonte di luce trasmessa. Tale fenomeno, detto pleocroismo, va tenuto in considerazione nella fase del taglio che deve mantenere la tavola della pietre perpendicolare all’asse ottico.